DA MIHI UBI CONSISTAM...
  • MATERIALE OCCORRENTE: un paio di forbici, un paio di pinze, una scopa, un paio di pinzette per le ciglia, un paio di pinze per il
    pane, un cavatappi, una gomma, un righello, un erogatore di sapone.


  • DESCRIZIONE DEL FENOMENO: il professore prende un righello, una gomma e un erogatore pieno di sapone; mette il righello
    sopra la gomma e colloca l'erogatore ad un'estremità del righello: poggiando un piccolo oggetto all'altra estremità, l'erogatore
    viene sollevato.

  • IPOTESI: il professore ha creato una leva, amplificando la forza applicata.

  • CONSIDERAZIONI: l'ipotesi fatta è esatta! Il professore, attraverso una discussione guidata, fa comprendere alla classe che le 
    leve sono macchine semplici, e possono essere vantaggiose, svantaggiose o indifferenti, a seconda dei bracci della resistenza e 
    della potenza (vedi grafico). Le leve possono essere di tre generi: nel primo genere le leve possono essere vantaggiose, svantaggiose o
    indifferenti (forbici, pinze, bilancia, stadera, altalena), nel secondo genere le leve sono sempre vantaggiose (carriola, schiaccianoci, cavatappi),
    mentre nel terzo sono sempre svantaggiose (pinzette per le ciglia, pinze per il pane, scopa, canna da pesca). La legge delle leve è:
    P : R = br : bp ovvero R x br = P x bp

  • UN PO' DI STORIA: Archimede fu il primo a studiare le leve. E' famosa la sua frase: "Da mihi ubi consistam et terram caelumque movebo", che
    in italiano viene enunciata così: "Datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo".
                                                                 



P : R = br : bp